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Il ricamo ai tempi del COVID-19: un'indispensabile terapia

Non sono la prima a scriverne e, vi confesso, non volevo nemmeno farlo, ho odiato questo virus fin dall’inizio, benché non pensassi ci potesse portare a questo isolamento e cambiamento di vita (senza parlare dei lutti, ha toccato anche la mia famiglia, purtroppo). Non volevo parlarne per non dargli spazio sul blog, il mio angolo di bellezza. Tuttavia lo farò, perché la passione e l’amore vincono su tutto, anche su questo orrore.


Inutile che descriva cosa sia questo coronavirus, ha invaso il mondo e tutte noi. All’inizio pensavo fosse una cosa lontana, confinata all’oriente e, anche quando ci sono stati i primi malati italiani, lo consideravo un’influenza e continuavo ad andare al lavoro come niente fosse.

Mi sono resa conto della gravità quando al mattino in treno tutti hanno iniziato a indossare mascherine e a prendere distanze. Inconsciamente, istintivamente, lo facevo anch’io: se qualcuno si avvicinava, facevo un passo indietro. E poi tutto è precipitato: l’aumento dei contagi e dei morti, anche nella mia zona, hanno spinto le aziende a chiudere temporaneamente, di conseguenza ho cominciato a lavorare da casa. E poi via via ha chiuso tutto, compresi i negozi, e non abbiamo più potuto muoverci. Un incubo!

Quindi, che fare? 

Certo, il lavoro da portare avanti, la cucina, pulire casa, sì, tutto questo ha impegnato la gran parte delle giornate. Ma noi, ragazze, lo dico con sicurezza perché l’ho toccato con mano, noi abituate ad un hobby sereno, solitario, paziente, lungo, abbiamo avuto una marcia in più e una tranquillità che altri hanno perso.

Quasi tutti gli hobby hanno funzionato così, naturalmente io parlo del nostro.

Sarà quasi un anno che ho cambiato passo, comprando pochissimo e cercando di consumare le scorte immense che avevo accumulato. Ma per fortuna che di scorte ne avevo ancora! Mai come in questo periodo ne sono stata felice. Prima che chiudessero le mercerie sono corsa ad acquistare i filati che mi mancavano per i progetti in corso, e poi mi sono arrangiata, cambiando tipo di tela o colori a seconda di ciò che avevo a disposizione, spazio alla fantasia e al gusto. Ecco, benedette scorte! Visto quest’esperienza ho deciso che non resterò al minimo, mi lascerò sempre un piccolo margine, diciamo almeno un mese di progetti fattibili. So che mi capite, è importante! Così come è stato importante avere una bella pila di libri da leggere.

I negozi online non hanno mai chiuso, tuttavia mi sentivo in colpa a far girare i poveri corrieri per beni non di prima necessità, sono uomini con famiglie anche loro! E so che è importante tenere in vita le aziende comunque, ma lo farò, non appena si potrà tornare come prima (lo spero tanto!).
A questo proposito, fatemi fare una piccola innocua crociata patriottica: italiane, compriamo italiano! So che in alcuni settori è difficile o più caro, ma mai come in questo periodo è così importante. Nel nostro piccolo proviamoci: tele Graziano, filati Aurifil o Grigoletto, ricamabili Tessitura Artistica Chierese, non so, sono quelli che mi vengono in mente, cerchiamoli. E non dimentichiamo le mercerie di vicinato! Vi siete accorte quanto siano stati importanti i negozi del nostro quartiere? Da me gli alimentari ci portavano la spesa a casa, anche ogni pomeriggio se volevamo, l’edicola il giornale, il vivaio le piante, erano tutti pronti ad aiutarci, non dimentichiamoli quando tutto sarà finito! E anche le aziende, soprattutto le tessili che si sono convertite per produrre mascherine, non dimentichiamole! Spesso lo hanno fatto gratis o al costo di produzione!

Ora, per tornare a bomba, stare a casa non mi ha fatto andare nel panico: mi sono organizzata la giornata e ho ampliato i piccoli ritagli di tempo che dedicavo al ricamo. E ho ricamato tantissimo per non lasciare spazio alla paura, con lentezza, con più cura del solito, assaporando ogni punto, cucendo perline, paillettes, usando perfino i metallizzati con piacere immenso. E la cosa più bella, è stato vedere gli altri blog o i social dove tutte le ricamine facevano come me, magari anche scherzandoci su, perché ci vuole l’ironia, ci fa bene: mi sono sentita in compagnia, non ero sola.

Ho avuto cura di crearmi il mio confortevole angolo, il mio Hygge danese (il modo di godere delle piccole cose che ci fanno stare bene, come indossare un paio di calzini caldi), con gli accessori belli, la coperta sulle gambe, la televisione sintonizzata su qualche documentario interessante, una candela profumata accesa.


Molti disegnatori hanno creato dei free appositi, io ho ricamato quello di Madame Chantilly che vi ho fatto vedere nel tutorial, perché l’ho sentito molto vicino: mi considero un riccio, e poi i libri che amo, il the caldo, ero proprio io! E lo terrò sempre accanto a me, per ricordarmi quanto il mio amato ricamo mi abbia aiutata, ancora una volta, a superare le avversità.

Coming soon...

La prossima volta vi farò vedere qualcosa che ho ricamato, perciò restate connesse, vi aspetto!

Commenti

  1. Ciao Irene, è sempre un piacere leggerti, soprattutto in qs periodo. Io ho iniziato il mio isolamento senza alcuna voglia di ricamare, ero proprio apatica in tutto, poi mi sono data una spinta , ho ripreso in mano il mio amato ago e con grande soddisfazione ho terminato un vecchio ufo. Per settimane la frase "andrà tutto bene" ci ha tenuto compagnia e ci ha dato forza e speranza, ma devo confessare che in qs ultimi giorni l'umore è sceso nuovamente e la visione delle cose è piuttosto nera. Ci vuole davvero una bella spinta per ripartire e sono pienamente d'accordo con te: cerchiamo di favorire i ns prodotti nazionali che non sono secondi a nessuno, anzi ...
    Scusa lo sfogo. Ti auguro una buona giornata♥

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  2. Hai proprio ragione : per noi la quarantena è stata più leggera proprio perché qualcosa da fare la troviamo sempre. Io ho tirato fuori Ufo e ricamabili, ho disegnato tovaglie e tovaglioli e cerco di portare avanti quello che le mie scorte mi permettono. Purtroppo sono bloccata con una tovaglia per la quale non ho il cotone... Aspetto con ansia la riapertura delle mercerie e, soprattutto, la fine di questo incubo

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  3. Ciao Irene,mi dispiace tantissimo che anche tu abbia dovuto affrontare un lutto causato da questo terribile e orribile virus, questo è un periodo strano difficile per tutti le nostre vite sono cambiate improvvisamente purtroppo .
    Sono contenta che tu abbia dedicato il tuo tempo al ricamo io sono nuovamente ferma avevo ripreso il mio ritmo ma questa situazione ha cambiato un po' le mie abitudini tra i turni del marito le lezioni universitarie on-line di mio figlio quando ho finito di sistemare casa cucinare o preparare dolci per la colazione ho poca voglia di portare avanti il mio lavoro a punto croce.
    Riprenderò con calma.
    Un grande abbraccio grazie per condividere con noi le tue letture e i tuoi lavori 😊

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  4. Buon giorno Irene, questo è il primo commento che lascio in questo dolcissimo blog dove ogni tanto vengo a dare un' occhiata. Anche io come te ho sottovalutato all' inizio questo virus, pensavo fosse un problema lontano, gonfiato dai media per riempirci la testa di preoccupazione e niente di più. Poi, all' improvviso tutto si è fermato! Tutti siamo stati costretti ad una distanza innaturale dai nostri cari, tutto è diventato diverso e difficile, e fonte di preoccupazione, ed ho persino pensato che tutti saremmo stati contagiati prima o poi, pur agendo con tutte le precauzioni possibili.
    Io non ho ricamato per tutta una serie di motivi che non sto qui ad elencare, ma ho continuato a seguire tutte le creative che attraverso i blog o instagram facevano vedere i loro lavori, le loro creazioni quasi quotidiane, e questo mi ha dato una grande serenità, perchè capivo che anche nelle zone più difficili e più colpite da questo maledetto virus, c' era chi manteneva la calma e continuava a lottare in questo modo così singolare: stando nella propria casa e aprendo il cuore alle possibilità che questa strana vita ci offriva. Ed hai ragione a spezzare una lancia a favore del mercato italiano: premiamo chi non ha mollato, chi ci è venuto incontro, chi deve ripartire. Perchè, senza dimenticare tutto il personale sanitario che ha sacrificato a volte anche la vita per gli altri,ci sono stati anche gli umili lavoratori di tanti altri settori che, con mascherina e guanti, hanno continuato ad alzarsi la mattina per permetterci di avere una vita il più possibile vicina alla normalità. Un abbraccio Carla.

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  5. Purtroppo non so ricamare, mi piacerebbe tanto saperlo fare, il ricamo che ci proponi è davvero molto bello e colmo di significato.
    Buona serata.
    sinforosa

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  6. Cara Irene, mi spiace che abbia dovuto affrontare un lutto a causa di questo virus orribile. Hai scritto bene, le scorte, menomale che ne avessi, sono riuscita a tenere la testa sulle spalle grazie ai numerosi progetti che ho potuto realizzare... spero davvero che tutto finisca presto, un abbraccio

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  7. Cara Irene, sarà il tuo modo di scrivere, che infonde serenità, il tuo nome che in greco significa "pace"...mi piace leggerti perchè mi dai calma.
    Non sapevamo del tuo lutto e anch'io ti sono vicina, davvero. E' così orribile questa storia ma certo che se ti tocca personalmente, lo è ancor di più.
    Però immaginarti nel tuo angolino confortevole, a ricamare è così bello!
    Io ricamo solo la sera ma ho messo mano a tanti progetti che avevo abbandonato strada facendo. Spero di ultimarli, di tempo ce n'è, mi pare.
    Un grande abbraccio Susanna

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  8. Ciao Irene, grazie per questo bellissimo post.
    Proprio oggi leggevo che in questa quarantena è tornata la passione per il punto croce.
    Ci sono tante nuove crocettine in giro.
    Perché il ricamo o comunque qualsiasi Hobbie ci rilassa e ci permette di passare le giornate in maniera serena, dimenticando anche solo per qualche ora il covid.

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  9. Such a lovely post , thank goodness for cross stitch .
    Have a happy day and big hugs.

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  10. Ciao Irene, un bellissimo post, condivido tutte le tue parole, anche per me le mie passioni sono state essenziali in questo periodo surreale, ....i nostri angoli confortevoli.....mi piace!!!! Un bacio grande!! Gabry

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  11. Irene, I am in New York metro area which has been badly affected by the virus also. I was unable to stitch initially, I think because of worry and stress of the unknown. I took comfort in baking and eating! Now, I'm stitching again and it surely does bring comfort. I'm thankful to have this hobby. Your post was beautifully written. Stay well!

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  12. ciao, io non ho mai preso sottogamba la situazione, sono a casa con mio figlio dal 22 febbraio, festa di carnevale e non è più rientrato a scuola. Stiamo a casa, il ricamo e il cucito creativo mi hanno aiutata moltissimo a occupare i pensieri negativi. La paura di ammalarmi è tantissima, sono stata intubata e so cosa vuol dire ritrovarsi lì lì per morire. Quando vado a fare la spesa, ogni 2 settimane, ho mal di stomaco per giorni!
    Per fortuna ho il ricamo come terapia e non mancano neanche le tante ore in cucina a preparare piatti nuovi, diversi e tanti dolci per non far sentire questi mesi di solitudine!
    Un abbraccio Barbara

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