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Anne Jacobs, Incontro alla Villa delle stoffe: recensione

Buongiorno ragazze! Di solito non vado in sequenza con i libri per non annoiarvi se non vi piacciono, ma non ho resistito e ho terminato la saga della Villa delle stoffe! Ebbene sì, ho letto l'ultimo volume (il sesto) e ho chiuso il cerchio (sempre che alla scrittrice non venga in mente di farne uscire un altro).

Anne Jacobs, Incontro alla villa delle stoffe

Anne Jacobs, Incontro alla Villa delle stoffe, Giunti, Firenze, 2023

Tit. orig.: Wiedersehen in der Tuchvilla

Genere: romanzo rosa con sfondo storico, saga familiare

Categoria: cucito, produzione industriale di stoffe

Trama

Avevamo visto nello scorso volume che la famiglia Melzer, causa avvento di leggi razziali, si era dovuta dividere, con la precipitosa partenza di Marie e di suo figlio Leo per l'America. Passano gli anni, anni duri, di guerra, siamo nel 1939, quando la fabbrica di tessuti viene presa in mano dai nazisti e convertita per la produzione di armi ed aeroplani. La vita però non è facile neanche in America, che entra in guerra contro la Germania e crea dei campi di internamento per i tedeschi emigrati. Bombardamenti, razionamenti, i maschi della famiglia devono partire per il fronte e pochi faranno ritorno. Le donne, come sempre, sono le più forti e non si lasciano abbattere, ma potrà Marie fare ritorno e ritrovare Paul e i suoi figli?

Commento

Complice l'influenza e le lunghe ore a letto l'ho letto d'un fiato: scorre l'affresco storico tra le pagine anche se, bisogna ammetterlo, un po' all'acqua di rose per quanto riguarda quello che è successo nei campi di concentramento. L'amore a distanza di Marie e Paul è messo a dura prova, ma più dalla parte di Paul, in realtà, che si sente abbandonato ed è pieno di dubbi, tanto da non accettare l'aiuto che verrebbe dagli amici americani di Marie e perde la fabbrica. In questo volume, più che in tutti gli altri, viene fuori il carattere debole di Paul, nel lasciare andare il suo impero e nel dissipare l'amore che dovrebbe essere più forte di tutto.

Le donne, in tutta la saga, sono le più coraggiose, determinate ad emanciparsi, a lavorare duro, a seguire i propri sogni e talenti. Marie è sempre una leonessa, pronta a lasciare tutto ciò che ha costruito per i suoi ideali e la sua amata famiglia.

Needlework Fiction Books

Come detto sopra, nella fabbrica Melzer non si produce più tessuto. Marie negli Stati Uniti ha un atelier tutto suo, fa la stilista ed ha molto lavoro ma, dopo gli attacchi di Pearl Harbor, perde le clienti e dovrà chiuderlo. Si perde un po' la concentrazione sulle stoffe, ci si orienta più sui mestieri cui ora possono ambire anche le donne: una fa il medico, una è aviatrice, ad esempio. Tuttavia vorrei rimarcare il fatto che il vero talento, per il disegno e il cucito, tengono in piedi Marie e le permettono di mantenersi anche nelle situazioni più difficili. E di ricominciare sempre.

Note

Lo potete trovare in biblioteca, su mlol, nella vostra libreria di fiducia (è uscito quest'anno) o online.

Ci sono storie e personaggi che sono rimasti appesi e di cui non sappiamo il destino, è possibile che l'autrice decida di continuare, io, francamente, spero di no perchè è un bene chiudere i cerchi senza allungare il brodo.

Commenti

  1. Grazie per questa tua recensione, cara Irene.
    Un affettuoso saluto
    Susanna

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  2. Mi sembra di capire che ti sei un pò annoiata a continuare a seguirla. Però ti capisco: anche io se mi metto a seguire un ciclo di qualcosa poi devo "chiudere il cerchio" come hai detto tu. E qualcosa mi fa pensare che non sei così convinta che sia l'ultimo libro. Chissà, magari un giorno ci faranno una serie TV, tipo Downton Abbey. Grazie per le tue recensioni. Magari mi compro anche io il secondo e me li leggo tutti. Il primo mi era piaciuto, ma devo dire che la fine mi sembrava già compiuta quella, e perciò mi son voluta fermare lì. Hai ragione, a volte allungano troppo il brodo.

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    1. Verissimo Rossella, ma sembra quasi che l'autrice, visto il successo, voglia arrivare ai giorni nostri

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  3. Ciao Irene grazie per la tua recensione forse in futuro li leggerò anche io,ora mi sono appassionata ai libri di Cristina Cassar Scalia che narra le vicende di una poliziotta siciliana e della sua squadra. Ciao e buone letture e buon ricamo.

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    1. Sembrano interessanti! Eh quando inizi una serie è difficile lasciarla

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  4. sono piacevoli da leggere questi libri, da alternare a qualcos'altro per non annoiarsi. Bellissime storie del passato.

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    Risposte
    1. Infatti, pesno che il segreto sia alternare ad altro

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  5. Ciao Irene, grazie della recensione.
    Chissà se questo sarà davvero l'ultimo libro della saga

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  6. Ecco mi manca questo e poi li ho letti tutti...anch'io spero che sia l'ultimo, comunque una saga che mi sta piacendo. Grazie Irene

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    Risposte
    1. Guarda, alla fine è piaciuta anche a me, ho preso anche i due dell'atelier Rosen della stessa autrice, appena ho un po' di tempo li leggerò. Grazie Michela

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