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Paul Heyse, La ricamatrice di Treviso: recensione

Buongiorno ragazze, oggi vi racconterò una storia. Siete abituate al primo post del mese con una recensione, tuttavia non vi parlerò di un libro vero e proprio, ma di una novella ritrovata per caso in una rivista dei primi del Novecento, mentre facevo altre ricerche. Una colta traduzione dal tedesco difficile da trovare, dove la protagonista è una bella ricamatrice, quindi mettetevi comode e ascoltate: sarà la storia d'amore tra due ragazzi che, a causa delle circostanze sociali, non potrà essere vissuta e finirà tragicamente (lo so, vi ho fatto lo spoiler...).

Paul Heyse, La ricamatrice di Treviso

Paul Heyse, La ricamatrice di Treviso, pubblicata in: "Nuova Antologia, rivista di lettere scienze ed arti", a. 38, fasc. 765, 1 novembre 1903, p. 98-113 (traduzione di Vittorio Trettenero)

Tit. orig.: Die Stickerin von Treviso, in: Das Mädchen von Treppi. Italienische Liebesgeschichten, 1868

Genere: novella

Categoria: ricamo

Trama

Durante un lungo temporale, un gruppo annoiato di eterogenei ospiti in villa, non potendo uscire per divertirsi, si riunisce attorno al signor Eminus, amante di letteratura medievale, che decide di raccontare una storia del XIV secolo ritrovata in una biblioteca di Treviso frequentata da lui per altre ricerche. Non si tratta di una novella con la moralità dei tempi moderni, avverte il narratore, ma i suoi ascoltatori lo pregano di leggere lo stesso, e lui inizia la Storia di Giovanna la Bionda.

In quel tempo, era in corso una terribile guerra tra Vicenza (supportata da Venezia) e Treviso che, battuta e umiliata, soccombe. Attilio Buonfigli, erede di uno dei cittadini più noti della città, cresciuto a casa Visconti a Milano, decide di organizzare una controffensiva e, radunato le truppe, entra in Vicenza riconquistando l'onore in una fiera battaglia in cui viene gravemente ferito al collo.

Giace per giorni tra la vita e la morte ospite di una nobile famiglia vicentina curato amorevolmente da messer Tullio Scarpa e dalla figlia di lui, Emilia, osteggiato invece dal fratello Lorenzaccio, suo acerrimo nemico. Avviene così che non solo Attilio guarisce, ma che le due famiglie decidono di suggellare l'unione tra loro con un matrimonio per porre fine alla guerra. 

Nel giro di pochi giorni Attilio parte per Treviso ed entra in città trionfante, tra feste, danze e canti che onorano l'eroe vincitore. Tra i doni che gli vengono conferiti c'è un drappo di broccato ricamato finemente dalle mani di Giovanna la Bionda, una donna più vecchia di lui (ha 32 anni) che, da quando ne aveva 18, si era chiusa in casa a ricamare in un lutto stretto essendo morto improvvisamente il suo promesso sposo e non avendo voluto nessun altro dopo di lui.

Giovanna è bellissima, non passa inosservata, e quel giorno fa uno strappo alla regola, esce e prende posto in tribuna per vedere il bel cavaliere: in un istante se ne innamora. Anche Attilio la nota, come non potrebbe, e quando viene a sapere che è la ricamatrice del suo drappo, decide che il giorno dopo l'andrà a trovare per ringraziarla.

Il destino, tuttavia, li fa incontrare per strada la notte stessa, mentre lei passeggia e lui, stanco, lascia la festa. Titubante lei lo invita a casa a bere un bicchier d'acqua ma, nonostante le dichiarazioni d'amore di lui, si nega dicendo che lui non deve lasciarsi sviare, deve assolutamente sposare la sua Emilia, altrimenti le due città tornano in guerra. La decisione è presa, tuttavia Giovanna non riesce a mantenere il riserbo, si lascia andare e nelle notti si concede fino a quando non arriverà la sposa ufficiale.

Emilia fa il suo ingresso in città con la famiglia e tutti la onorano. Tuttavia, al torneo, il fratello Lorenzaccio, per vendetta, ferisce gravemente Attilio e lo lascia a terra morente. Sarà Giovanna a correre da lui, palesandosi come amante, ma dovrà chiudergli gli occhi per sempre.

La ricamatrice tornerà a vestire il lutto e gli sopravviverà solo altri 3 anni, il tempo di finire di ricamare un gonfalone da mettere nella cappella della Madonna degli Angeli dove riposa il suo amore che lei seguirà nella tomba.

Commento

Ragazze, ve l'ho raccontata tutta perchè dubito riusciate a trovarla, le amiche tedesche sono fortunate perchè l'interna novella è gratuitamente in linea (sotto metterò il link). Un amore tragico, un po' alla Romeo e Giulietta, non trovate? Dove quando le convenzioni sociali e i doveri superano i sentimenti le cose finiscono male.

Needlework Fiction Books

Giovanna è una ricamatrice abilissima, intesse nella tela perfino i suoi capelli dorati, prepara paramenti religiosi finissimi e quest'attività la aiuta a passare le giornate di lutto al telaio davanti alla finestra. La bellezza dei ricami è rispecchiata nella sua, è virtuosa e rispettata, ma all'amore vero non sa rinunciare e quando il suo amato morirà, si lascerà andare come donna ma non come ricamatrice perchè sarà il suo ultimo scopo quello di fare qualcosa per lui.

Note

Come già anticipato non ho trovato altro posto se non quella rivista dei primi del Novecento dove la novella è stata pubblicata. In lingua originale, invece, la potete trovare inegralmente online qui.

Commenti

  1. Irene è una novella meravigliosa! Scarico il link per farla leggere in lingua a mia figlia, che parla e comprende bene il tedesco.
    Grazie Susanna

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  2. Anonimo6.2.24

    Bellissima storia.... grazie.
    Grazia

    RispondiElimina
  3. Ciao Irene la storia è un po' triste ma bella. Un caro saluto e buon ricamo.

    RispondiElimina
  4. Grazie mille Irene per aver condiviso con noi questa bella storia 😄

    RispondiElimina

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