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Elena Pigozzi, Le sarte della Villarey: recensione

Buongiorno ragazze e bentrovate nel mese di settembre. Oggi parleremo di un libro che porta con sé tanti tipi di bellezza: è una storia vera che, attraverso la scrittura, ridona la giusta dignità alle donne che sono state delle segrete eroine; parla di sartoria e lavori con l'ago come aiuto alla società, sostentamento alle famiglie e mezzo per aiutare chi ha bisogno; è una lettura dolce e sensibile che piacerà a tutte e insegna che la bontà d'animo, la generosità, la solidarietà, la condivisione e il credere nella giustizia, portano a dimenticare egoismo e paura.

Elena Pigozzi, Le sarte della Villarey

Elena Pigozzi, Le sarte della Villarey, Mondadori, Milano 2025

Genere: romanzo storico basato su una storia vera

Categoria: sartoria

Trama

Ad Ancona, nel 1943, la guerra divide le famiglie: Laura, ragazza diciottenne, e il suo fratellino Milo, rimangono soli dopo che il padre risulta disperso in Grecia e la madre muore di malattia. Ma quando le persone hanno lasciato radice solide, non si resta mai soli. Alda, un'amica della mamma, aiuta Laura e la inserisce nella caserma Villarey a fare la sarta per aggiustare le divise dei soldati. Non ha mai imparato a cucire bene, ma questo significa sopravvivenza e quindi si impegna e trova solidarietà e cibo grazie a chi è di mestiere accanto a lei. 

La guerra, ciò che accade in Italia in quel periodo, è un'immensa confusione con cambi repentini di ordini: il Duce cade, c'è l'armistizio di Badoglio. Il 15 settembre Ancona viene occupata dai tedeschi, nella caserma Villarey vengono rinchiusi 3.000 soldati italiani destinati alla deportazione nei campi nazisti. É a questo punto che accade l'incredibile: le sarte si uniscono ed escogitano un modo per salvarli, una sotterranea Resistenza piena di umanità e generosità.

Commento

Ne stanno uscendo molti di libri incentrati sulla figura delle donne durante le guerre, alcuni li abbiamo letti insieme (mi viene in mente, per esempio, Come vento cucito alla terra di Ilaria Tuti), ma questo, secondo me, ha qualche marcia in più. Innanzi tutto la profonda ricerca storica che si legge tra le righe, con le figure di Alda Renzi Lausdei e Irma Baldoni di Cola, le donne a cui si deve la salvezza di tutti quei soldati che sono riusciti a tornare a casa in un modo così rocambolesco (non ve l'ho raccontato per non rovinarvi la voglia di leggere e di sapere) che è quasi difficile da credere, non solo nell'ingenuità delle guardie tedesche, ma sopratutto nell'attuazione di qualcosa che, se andava storto, portava diritto alla fucilazione.

Poi bisogna riconoscere alla scrittrice che, sebbene ci siano delle piccole parti ripetute, ha saputo rendere perfettamente l'atmosfera di totale confusione che regnava al tempo: le notizie arrivavano frammentarie, distorte, o non arrivavano neppure e si facevano solo ipotesi piene di speranza o pessimismo. L'ho trovata la parte più bella e vera.

E poi, senza nulla togliere alla protagonista fittizia che, con coraggio, grazie a sorellanza e condivisione riesce a sopravvivere al dolore di aver perso i gentori e perfino a trovare se stessa e l'amore, è Alda che amiamo, questa donna realmente vissuta che rimane vedova a 26 anni e con coraggio cresce 4 figlie facendo mille lavori dal mattino alla sera non dimenticandosi di nessuno: dei poveri, degli orfani, dei prigionieri. Solo negli ultimi anni lei e Irma hanno avuto il giusto riconoscimento e sono l'orgoglio dei nipoti.

Sono state un esempio per tutti noi.

Needlework Fiction Books

Alda è stata davvero una sarta di professione e, nel romanzo, prende sotto la sua ala Laura e le insegna a cucire bene, nonostante non sia portata. Rammendano divise tutto il giorno, e sarà la loro arte a portarle ad escogitare un piano di fuga.

Ancora una volta (lo abbiamo già visto in altri libri) il cucito è la salvezza concreta e anche psicologica per la donna, che ha un mestiere solido che le permette di sopravvivere anche nei tempi più duri.

Note

Se non l'avete letto con me in questo mese, vi consiglio caldamente di metterlo nella lista delle vostre prossime letture. É perfetto anche come regalo per le amiche. Lo potete trovare nella vostra biblioteca, su mlol, nella libreria di fiducia, oppure online.

Cosa leggerò per il prossimo mese?

Vi ricordate dei cozy mysteries di Monica Ferris ambientati in una merceria del Minnesota? Ne avevamo letti 5 (trovate tutte le recensioni sul blog), ora vorrei leggere il sesto volume, Hanging by a Thread, è in inglese perché non è stato mai tradotto, però la lingua e facile, se volete seguirmi vi metto la trama:
 
Betsy è ancora nuova a Excelsior, e forse a volte pecca di ingenuità. Quando assume Foster Johns per riparare il tetto, si crea un tumulto in tutta la città: a Foster viene attribuito un omicidio irrisolto commesso cinque anni prima. Ma Betsy crede nella sua innocenza e, come al solito, userà tutte le sue capacità investigative per dimostrarla una volta per tutte. 
 
Ne parleremo qui martedì 7 ottobre, vi aspetto! 

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