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La società dei Makers: recensione

Ciao ragazze, siamo nel 2020 già da quasi un mese e, vi sarete accorte, non ho fatto propositi! Non solo nel ricamo, eh? Ho deciso di prendere le cose con più rilassatezza, calma e serenità.
Oggi vi parlo di qualcosa che ci sta molto a cuore: il valore della nostra passione. E lo farò tramite le parole di un libro davvero interessante di David Gauntlett, La società dei makers. La creatività dal fai da te al Web 2.0.


Prima però parto da una newsletter di Inspirations (il meraviglioso magazine di ricamo), ricevuta a novembre, che portava il titolo di Resurgence, ovvero Rinascita (la trovate qui se volete leggerla). Quando fanno la riunione per decidere cosa pubblicare nel nuovo numero della rivista, le redattrici si pongono sempre la domanda di come essere accattivanti e quale iniziative organizzare per coinvolgere le nuove generazioni e non far morire il ricamo. Beh, sorpresa, il ricamo non sta morendo affatto, anzi! Basta guardare i social, instagram, facebook, è tutto un fiorire di ragazze che cuciono, lavorano a maglia, riciclano creativamente. Vi siete accorte che è quasi una nuova moda? E gli effetti terapeutici di queste passioni ormai sono noti!

E sapete una cosa? Mi da molto coraggio: anni fa nascondevo la mia propensione al ricamo, nascondevo perfino il mio blog vergognandomene, mi sentivo fuori tempo. Quanto ero stupida, vero? Ora, non solo non me ne vergogno, ma regalo o, perfino, indosso le mie creazioni, addobbo l’ufficio, ne parlo. E non perché sia alla moda, ma perché il ricamo è il mio stile di vita e la mia persona.

Il bellissimo libro di David Gauntlett mi da ragione, per questo ve ne parlo (se ne avete occasione leggetelo, è piacevole e istruttivo).
Gauntlett parla della creatività a tutto tondo, dall’uncinetto al restaurare mobili, ma anche all’aggiustare lavandini, eh? Intende proprio il fare qualcosa da sé. E ne parla in rapporto ai tempi contemporanei e al web, e sapete perché?
Perché il “fare” è connettere, da sempre:
  • perché è necessario connettere degli elementi tra di loro (materiali, idee o entrambi), per fare qualcosa di nuovo;
  • perché solitamente gli atti creativi implicano, a un certo punto, una dimensione sociale, e ci connettono con altre persone;
  • perché attraverso la fabbricazione e condivisione di cose aumentiamo il nostro coinvolgimento e la connessione con il nostro ambiente sociale e fisico.
Ora, facciamo chiarezza e sfatiamo un mito: “arte” e “artigianato”, non sono necessariamente due cose diverse. Nel tempo, in qualche modo, i due concetti si sono distinti, cosicché l’arte tende a essere la trasformazione profondamente creativa di idee ed emozioni in linguaggi visivi (o testi, performance, musica, ecc.), mentre l’artigianato, escluso da quella sfera di significato, ha finito per indicare la produzione meno prestigiosa di oggetti intagliati o cuciti, o creati da persone meno creative a cui semplicemente piace fabbricare tali oggetti. Questo punto di vista è chiaramente ingiusto.

L’artigianato non è di serie B, pensare e fare sono parte di un unico processo. Se è sopravvissuto nonostante questo distacco dalle “arti”, è per il piacere insito nel fare: gli aspetti essenziali dell’artigianato sono infatti la soddisfazione nel fare, il sentirsi vivi collegato allo svolgersi del processo, la possibilità di misurarsi con idee, apprendimento e conoscenza, che non precedono o seguono la pratica del fare, ma sono parte di essa. Orgoglioso della sua natura che affonda le radici nel quotidiano, non aspetta che un critico, un collezionista o curatore del mondo dell’arte dica un giorno che ne è valsa la pena. In particolare, l’artigianato sembra coinvolgere maggiormente l’impulso a fare e condividere cose, a prescindere dal giudizio altrui. In questo senso fare e connettere non sono una possibilità, ma sono vissuti come una necessità.

La passione per l’artigianato non riguarda solo progetti isolati, ma si estende più in generale alla vita quotidiana. L’idea che le persone possono fare, aggiustare e riparare da sole, ha molto in comune con la sostenibilità e con l’ambientalismo. È un discorso che si collega anche all’anti-consumismo, il rifiuto dell’idea che la risposta a tutti i nostri bisogni e problemi possa essere acquistata in un negozio. Questo non significa che gli appassionati di artigianato rifiutino ogni genere di cose commerciali. Tutt’altro: avere cose interessanti, che ci danno piacere e di cui ci prendiamo cura, è un arricchimento per le nostre vite

L’approccio artigianale diventa qualcosa che fa parte della nostra vita tutti i giorni: lo spirito gentile dell’artigiano dà forma a ogni interazione con le persone e con la natura. Quando non siamo semplicemente consumatori, divorando cose su cose, ma anche produttori, impegnati nel processo, necessariamente più lento e ragionato, di fare qualcosa, diventiamo più consapevoli dei dettagli e delle decisioni che sono alla base delle esperienze quotidiane, e di conseguenza acquisiamo la capacità di derivare piacere e ispirazione nell’apprezzare ciò che ci circonda.

Photo by rocknwool on Unsplash

Cosa ci spinge a condividere tutto sul web? Un bisogno personale di scrivere, un modo per preservare i ricordi, la speranza di poter ispirare gli altri. C’è un’altra cosa positiva: la registrazione di un’attività, stimola un aumento di tale attività e dona una maggiore consapevolezza del fare. Per esempio, indossare un contapassi stimola a camminare di più, vedere le nostre opere apprezzate sul blog, ci stimola a fare e a migliorare.
Il blogger vede nel suo lavoro, e ciò che è importante, nel modo in cui altri vedono il suo lavoro, un riflesso positivo di se stesso

È importante che le persone facciano cose insieme nelle proprie comunità. Quando non lo fanno, quando rimangono isolati, senza conoscere i propri vicini, senza comunicare, la società si avvita in una spirale discendente.

Concludo citando l'autore stesso:
Fare cose ci ricorda che siamo esseri forti e creativi, persone in grado di realizzare cose, cose che gli altri possono vedere, e da cui possono trarre insegnamenti e piacere. Fare cose significa trasformare materiali in qualcosa di nuovo, ma anche trasformare il proprio senso di sé. La creatività è un dono, non nel senso di talento, ma di condivisione di cose, idee o conoscenze con un significato, che gettano ponti tra le persone e le comunità. Attraverso un’attività creativa che associ il fare alle connessioni tra persone possiamo aumentare il piacere che proviamo nella vita di tutti i giorni, liberare capacità innovative e costruire resilienza nelle nostre comunità, in modo da affrontare le sfide che ci aspettano con sicurezza e originalità.
Ecco, care ragazze, io spero di non avervi annoiato, ma ci tenevo a farvi sapere due cose:
  1. dobbiamo smettere di considerare le nostre creazioni come hobby o artigianato, sono arte, hanno la nostra impronta, personalità, passione, sono una parte di noi;
  2. l'arte, per sua natura, deve essere condivisa: non nascondiamoci, anche se ci prendono in giro dicendo che siamo antiquate e fuori dal tempo, molti non sanno cosa sia la bellezza del fare, proviamo a farglielo capire, serchiamo di far attecchire il seme della creatività il più possibile, il mondo diventerebbe migliore.
David Gauntlett, La società dei makers. La creatività dal fai da te al Web 2.0, Marsilio, Venezia 2013.
Io l'ho preso in prestito in biblioteca, ma si trova anche su Amazon qui o nelle librerie. Ecco, metto il link di Amazon per comodità, ma supportiamo le librerie locali, eh?

Due notizie a margine

Needlework Fiction Books

Ricordate che vi ho chiesto se conoscevate romanzi che avessero il ricamo, la maglia, l'uncinetto o il cucito nella trama? Beh, mi sono arrivate così tante segnalazioni (continuate a farmene, mi raccomando!) che ho deciso di fare una pagina dedicata, la trovate qui. Ovviamente sono quasi tutti in inglese, oppure cercherò se ci sono traduzioni italiane, è ancora una pagina work in progress, ma è per darvi l'idea che se iniziate vi si apre un mondo fatto di romanzi gialli e rosa sulle nostre amate passioni!
Piano piano leggerò quello che trovo e ogni tanto ve ne parlerò :)

Instagram

La seconda cosa è che, su insistenza di alcune di voi :), ho aperto la pagina Instagram che trovate qui.
Seguitemi se volete e vi fa piacere, e vi dico una cosa: noi ricamine, che conosciamo bene il piacere della lentezza e del fare le cose bene, siamo social a nostro modo, senza frenesie. Ciò vuol dire che siamo online, ma molto più spesso offline a ricamare, vero? E così deve essere. Quindi non sono una sempre connessa e che risponde in tempo reale ma, con i miei tempi, arrivo okay?
Altra cosa: essere social è quasi un lavoro! E siccome il mio lavoro ufficiale è un altro, non sono così brava a tenere tutti i siti sincronizzati, non credo di farcela. Può essere quindi che chi mi segue ovunque, veda le foto su Instagram immediatamente, i post di Facebook qualche giorno dopo, il blog una settimana dopo ancora. Questo perchè i post del blog li scrivo con cura e ci vuole tempo, perciò vi potrebbero risultare un po' "vecchi" perchè quel ricamo lo avevate visto una settimana prima su Instagram. Ecco, non riesco a sincronizzarmi per problemi di tempo, perciò abbiate pazienza. Okay?

Commenti

  1. Carissima Irene, parto dalla fine del tuo interessantissimo post: non sono un "animale social" non per spocchia ma perchè sono certa mi prenderebbe troppo e vorrei impiegare diversamente il mio poco tempo libero, magari ricamando di più e tornando proprio a leggere, cosa che facevo molto volentieri, una volta. I miei figli continuano a parlarmi di Instagram e di quanto mi piacerebbe...per ora passo!
    Ma non mi dilungo oltre nel commento. Sul senso, l'importanza e la bellezza dell'artigianato non ci sono davvero parole da aggiungere, se non che a volte diventa un vero e proprio lusso, poter godere dei prodotti così ottenuti ma è sempre poco ciò che costano, rispetto alla qualità, al tempo, alla bravura, alla passione che ci mette l'artigiano nel creare.
    Un grande abbraccio Susanna

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  2. ho creato il mio diarietto virtuale per avere sempre sottomano ciò che creo con la stoffa, il ricamo, le mie ricette, le mie letture. Non amo facebook perchè è troppo dispersivo e vedo che si sta perdendo lo scopo di socializzare, solo tante chiacchiere e maleducazione.

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  3. Condivido : il nostro lavoro, anche se semplice, è arte. Sui social... Siamo nelle stesse condizioni : nessuna sincronizzazione e pagina fb assente, perché non so come aprirla senza che sia connessa con il mio profilo personale

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  4. Sull’artigianato e su quanto sia di qualità secondo me ne sanno ancora poco parlo in generale, qualche tempo fa anche io mi “nascondevo”poi con l’avvento di Instagram col fatto che le persone con cui lavoro mi seguono... ho imparato che il mio è un hobby che spesso affascina e che viene apprezzato. Grazie per le informazioni e sicuramente li conoscerai già ma ti segnalo dei libri che ho letto sugli argomenti che a noi piacciono tanto:
    Il club dei ricordi perduti
    Le amiche del venerdì sera
    Marta la sarta

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  5. Anch'io sono social a modo mio!!!
    Anche perché la vita di tutti i giorni ci tiene impegnate
    Mi piace postare per condividere e scambiarci consiglio ma non sempre rispondo o metto ♥️o faccine e non per maleducazione ma semplicemente perché alcune volte ho da fare o nn so che dire . Buona serata Irene è sta un piacere ritrovarti anche su Instagram 😊😊

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  6. Mi ritrovo perfettamente nelle tue parole: anch'io in passato mi sentivo "fuori tempo" ...il ricamo a volte è visto dagli altri come un hobby fuori moda e di altri tempi e non capiscono l'entusiasmo che invece io metto in ogni singola crocetta. Da poco sono iscritta su FB ma non mi entusiasmo più di tanto, il blog invece è il mio piccolo diario, lo sento più mio e spesso lo uso anche come promemoria...a volte non ricordo che lino avevo usato x quel progetto o che colori e allora rivado a leggere i miei post x ritrovare le info.

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  7. Bello come sempre il tuo post. Forse non sai che il mio blog è nato perché avevo un gruppo di mamme a cui ho insegnato il punto croce pulito che mi hanno chiesto di fare altri corsi e così mi sono detta: faccio come le signore d'altri tempi, invece di fare corsi su corsi, apro il mio salotto una volta la settimane e si ricama insieme ed è nato il gruppo galline. Poi abbiamo aggiunto la beneficienza e per vendere e pubblicizzare una gallina (Claudia del blog: Il giardino delle ortensie) ha creato il blog. Poi dopo 13 anni ho sciolto il gruppo per vari motivi e ho però tenuto il blog. Come vedi cara Irene non bisogna nascondersi, ma con la nostra passione possiamo fare del bene agli altri in tutti i sensi. Tu sei una di quello persone così positive e trasmetti molta energia buona che sarebbe un peccato se ti nascondessi e non divulgassi le tue idee!!!! Grazie, ti seguirò anche su Instagram dove sono già da tempo. Un abbraccio e a presto Woody

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  8. Ciao Irene, credo che l'uomo sia nato principalmente per creare.
    La soddisfazione di portare a termine un loro fatto con le proprie mani non ha prezzo e il fatto che gli hobbies aunebtino e la gente che ne parla anche è significativo.

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  9. Anonimo1.2.20

    Condivido il tuo punto nr 1 e poi sei cosi' brava :)
    Ciao, ti va di seguirci reciprocamente?
    fiftyshadesfashion.com

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  10. Ah .. che bello leggere i tuoi post, mi fa sentire compresa, che non sono l'unica, che non sono antiquata... ed è proprio vero, scrivere in un blog e mostrare il proprio operato, ti fa sentire ripagata anche se nessuno commenta... e ti fa andare avanti sempre di più. Sono anch'io un po' social, anche se sarei antisocial, perchè come dici tu, è un lavoro star dietro a tutti i post, commenti e domande...e non voglio sembrare scortese. Ho dovuto aprire fb due volte e sinceramente devo ancora capire bene come seguire, come rispondere con la mia pagina e non profilo, devo ancora trovare il "POSTO" per vedere chi mi segue e capire quante notifiche mi arrivano e da chi... Sinceramente non riesco a seguire più molto blog, instagram e fb, ma con il tempo forse ci riuscirò...
    Purtroppo da quando qualcuno aveva collegato il mio blog al sito hard di cui avevo fatto un post nel mio blog, non sono più riuscita a condividere niente su fb, perchè mi hanno bloccato ritenendo di contenuti offensivi... per cui ho ancora questo problema da risolvere, che nessuno dell'assistenza mi risponde , come per il problema della piracy dei miei disegni... .
    Scusami se trovi errori di sintassi o grammatica, scrivo tutto di botto (come in brutta copia per un tema) senza rileggere, perchè ho poco tempo e voglio scrivere tante cose quando vengo qui nel tuo blog

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