Buongiorno ragazze, come state? Io sempre con le stampelle ma tengo duro e ce la metto tutta per guarire. Primo post di maggio, parliamo del libro di Catherine Dunne che abbiamo letto durante il mese di aprile. Lo avete finito? Come lo avete trovato? Vi scrivo le mie impressioni, è un libro scritto molto bene che tratta un tema difficile e forse non così conosciuto al di fuori dell'Irlanda.
Catherine Dunne, Una buona madre, Guanda, 2022
Tit. orig.: A good enough mother
Trad. da: Ada Arduini
Genere: romanzo corale
Categoria: patchwork
Trama
Tess ha un marito assente per lavoro e sta crescendo due figli adolescenti quasi da sola: uno bravo e amorevole, l'altro un ribelle che combina guai. Non è dunque sorpresa quando un giorno, rincasando, trova la polizia ad aspettarla, ma non sa quanto, tutto ciò che accadrà dopo, la riporterà indietro nel passato e a ritrovare un'amica perduta.
Cresciuta tra sei sorelle e fratelli, in una vita non proprio agiata, Tess si era ripromessa di non diventare madre, ma quando in realtà lo è diventata, ha sempre vissuto il suo ruolo con l'angoscia di non essere adeguata, di non aver fatto il proprio dovere, di essere la causa della cattiva educazione del figlio più piccolo.
La sua storia si intreccia con quella di Maeve, una di quelle ragazze madri ripudiate dai parenti e mandate a partorire in un istituto di suore dove facevano sparire i bambini figli della colpa (poco importava se erano il frutto di violenze, il solo concepirli al di fuori del matrimonio significava essere peccatrici). Non è il suo vero nome e, grazie all'aiuto di una zia che aveva passato lo stesso destino, riesce a tenere la bambina e a ricostruirsi una vita, in un negozio di tessuti e stoffe, cucendo, ricamando e annodando i fili della propria vita con quelli di sua figlia e poi della nipote.
Cosa lega le due donne? Perché Maeve si fa viva dopo tanti anni? Cosa ha fatto il figlio di Tess?
Catherine Dunne traccia un quadro della cattolica Irlanda e della difficoltà e dell'orgoglio di essere madri e donne con un futuro da scrivere per loro stesse e i propri figli.
Commento
Libro all'inizio un po' caotico, entriamo nella vita dei vari personaggi ma non capiamo il loro legame, poi i fili si intrecciano e vanno a formare un'unica coperta intessuta.
Non sappiamo ancora bene quanti bambini siano morti in Irlanda in questo tipo di istituti, esistiti dalla metà del Settecento fino agli anni 2000, in cui le ragazze venivano relegate per vergogna e a cui veniva strappato l'amore più prezioso come una colpa. L'autrice racconta la storia di alcune di loro, con esiti e finali diversi e, in parallelo, le vicende di madri che sono riuscite a formarsi una famiglia e l'hanno desiderata, ma che non si sentono mai pronte e, magari, sono altrettanto sole.
Credo che nessuna madre si senta mai perfetta, che si ponga sempre domande se i figli sono stati tirati su bene, facendo le scelte giuste, dando un'educazione corretta. E alla fine la ricerca di giustizia, dei figli perduti, di rimediare ai torti perpetrati o subiti, arriva ad un'unica soluzione: la comprensione e il perdono.
Needlework Fiction Books
C'è tantissimo cucito, ricamo e patchwork, in questo libro, in vari episodi, ma è sempre tenuto al margine: zia Eileen ha un negozio di stoffe, Maeve crea coperte patchwork, sua figlia Belle, che ha problemi cerebrali, accosta le stoffe e crea la sua storia. Ma la parte più tenera è quella di Betty, mamma di Tess e di altri sei figli, che per tutta la vita riadatta gli abiti passandoli da un figlio all'altro e per questo ama la sua macchina da cucire.
Mi sarebbe piaciuto che l'autrice ne parlasse di più, ma forse avrebbe spostato troppo il focus, quindi in fondo va bene così.
Note
É un romanzo molto duro che ci fa conoscere una realtà irlandese nascosta, dove le violenze e la vergogna non sono cambiate, così come l'essere madri.
Lo potete trovare nella vostra biblioteca, libreria di fiducia, su mlol e online.
Cosa leggerò per il prossimo mese?
Due donne. Due destini intrecciati come fili rosso cachemire.
Nel caleidoscopio di colori del mercato di Ordos, in Cina, ce n'è uno
che spicca su tutti. È il rosso, brillante e purissimo, di un maglione
di cachemire. Alessandra se ne innamora subito: è quella la perla rara
che le permetterà di risollevare le sorti della sua boutique di Firenze.
A venderglielo è una ragazza di nome Bolormaa, e lo fa a malincuore.
Perché per lei quel maglione è casa. Lo ha infatti realizzato con
l'ultima lana del suo allevamento, prima che l'estate troppo torrida e
l'inverno eccezionalmente rigido sterminassero il gregge e la
costringessero a lasciare la Mongolia. È un incontro fugace, eppure
l'immagine di quella signora, libera ed elegante, rimane scolpita nella
mente di Bolormaa. A poco a poco, quel ricordo fa maturare in lei il
sogno di una nuova vita in Italia. Armata solo del biglietto da visita
che Alessandra le ha lasciato, Bolormaa s'imbarca allora in un viaggio
rischiosissimo, che la porterà da Pechino a Oulan-Oude, in Mongolia, poi
a Mosca lungo la Transiberiana e da lì in Italia, là dove il filo rosso
del suo coraggio si ricongiungerà con quello di Alessandra, che ormai
sta perdendo la speranza di salvare il suo negozio. E sarà proprio
Bolormaa a darle la forza di cambiare un destino che sembra segnato….
Se vi piace lo leggiamo insieme durante il mese di maggio e ne parliamo qui martedì 3 giugno.
Ciao Irene, brava tieni duro e vedrai che ti rimetterai presto🥰. Tutte e due i libri davvero interessanti, li terrò presenti per le prossime letture. Io sto per cominciare l'ultimo libro del commissario Ricciardi , li ho letti tutti e mi piacciono molto. Ti saluto e buon ricamo 🥰
RispondiEliminaChe bello Anna, ti piaccioni i gialli!
EliminaTi auguro di guarire presto🌺
RispondiEliminaIo sto leggendo il libro Le ragazze del club della motocicletta, non tratta di ricamo o cucito, ma mi sta piacendo molto
Mariateresa
Grazie Mariateresa, deve essere bello!
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